Madonna del Sirino

Se dalla piazza di Lagonegro guardi ad Est vedi il Sirino. A noi sembra bello, ma il nostro è un giudizio partigiano. Se sembra bello pure a te puoi raggiungere la cima seguendo il sentiero per il Santuario dedicato a Maria della Neve. Ci vogliono grossomodo quattro ore e mezza senza strafare. Si parte. I primi sei km di strada carrabile a piedi richiedono un’ora e mezza e giungi così a ad una cappella ai piedi del monte. Conviene che dai un morso al tuo panino, è un consiglio, poi prosegui tranquillo il sentiero: non lo puoi perdere secoli di pellegrinaggio lo hanno marcato! Il primo tratto è detto “delle chiappe”. Le chiappe sono quelle pietre lisce che affiorano lungo il percorso. Pant pant, puf puf un pensiero si fa strada “chi me lo fa fare”, io non so la risposta, ma appoggiati al bastone, rifiata e riparti. Finite le chiappe cambia la roccia ma non la fatica il bosco è bello, solenne. Arriverai ad un poggiatoio (la sposta) con una croce di ferro,là viene poggiata la statua durante le processioni . Il posto ha un suono strano, un nome strano “Mandmantonio”. Due storie per esso. La prima: lì apparve una Signora ad un giovane pastore e gli disse Mandami Antonio (Antonio era il parroco dell’epoca). Il giovane abbagliato e spaventato ebbe appena il coraggio di replicare “e le pecore” la Signora rispose semplicemente “le guardo io”. Il Giovane scapezzò al paese e da allora comincio il pellegrinaggio. C’è però un’altra storia più leggera che risale ad epoca successiva. Una nobile Signora di San Giovanni a Piro decisa a salire su al Santuario, da poco realizzato, affrontò impavida la salita ma si arrese in quel posto che si disse, da allora di Madama Antonia. Tu non fare come Madama Antonia riprendi la marcia che il peggio è passato. Ancora bosco, ma già si vede il pilato: un grande prato di verde fiammante contro il cielo. Passo passo, non mollare, se c’è vento pigli il vento se c’è sole pigli il sole tra un’ora sarai in cima. Eccola! Sei al Santuario, ma forse Santuario ti sembrerà esagerato; per un borgo di pastori del 1600 fu un’opera straordinaria ! Pochi semplici versi ricordano l’animazione che sconvolse la comunità: “chi carriava (trasportava) cauci e chi arena pì fabbricà la Casa ri Maria e chi cusia merletti e chi cuscini pi fa l’altare a la Maronna ri Sirino. Il viaggio è finito puoi fare festa e bere il vino. Se vorrai raggiungerci la terza domenica di Giugno la Statua sale sul monte, la riportiamo in paese la terza domenica di Settembre.

di Mario Iudici

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