Le mani in pasta

Da vera lucana sono legata alla tradizione culinaria del nostro territorio, in particolare sono un’amante della buona cucina casereccia. Farina, acqua, uova, un pizzico di sale, quattro ingredienti in grado, se sapientemente e abilmente manipolati, di trasformarsi in molteplici varietà di buona pasta fatta in casa. Mia nonna così creava tagliatelle, fusilli, orecchiette, gnocchi, tagliolini e ravioli.
Quella della pasta fatta in casa è un’arte dei nostri paesi, tramandata da madre in figlia. Mia nonna l’ha insegnata a mia madre, mia madre a me e io a mia figlia.
Da piccola non vedevo l’ora che arrivassero le vacanze per trascorrere un po’ di tempo in campagna con i miei nonni. Io, mio fratello e le mie sorelle aspettavamo con ansia che nonna Maria Luisa prendesse la spianatoia (tavuliddu) e il matterello (laganaturu) e iniziasse a fare la pasta. Nel mucchietto di farina, creando un piccolo incavo, apriva le uova e aggiungeva un po’ di acqua e sale; amalgamava gli ingredienti roteandoli con la forchetta in modo da inglobare man mano la farina; impastava a lungo ed energicamente fino ad ottenere un composto levigato e omogeneo; usando il matterello con movimenti abili e veloci spianava l’impasto fino ad ottenere la sfoglia. Ognuno di noi si metteva ad un angolo della spianatoia, dove si ritagliava il proprio spazio per lavorare il proprio pugnetto di pasta.
Nei nostri paesi, oggi, la pasta fatta in casa è un’usanza ancora molto praticata, in particolare nei giorni di festa. Un piatto di fusilli e orecchiette conditi con un ottimo ragù è la pietanza migliore da offrire a figli, nipoti e amici. Alla squisitezza degli ingredienti sani e genuini della nostra Terra, si aggiungono la passione, la dedizione, le affettuose premure con le quali le nonne e le mamme preparano il pranzo domenicale per i propri cari. La pasta fatta in casa mette tutti d’accordo e di buon umore. Tutti possono imparare: basta avere LE MANI IN PASTA!

di Maria Bentivenga

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