Galdo – Lago Rotonda

Il viaggio della “piramide verde”

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Il viaggio della “piramide verde”

Inizia il viaggio

L’assedio dell’alta velocità e dei ritmi alienanti si disperdono nel south west lucano per assaporare la natura ai ritmi umani. Un compagno di viaggio fedele e un fagotto di sapori autentici ti conducono in un ambiente unico e suggestivo, u’ ciucciu e u’ stiavuccu. U’ciucciu (l’asino) ti trasporta nella tranquillità, docilità e prudenza facendo del suo conduttore un vero punto di riferimento con un senso profondo del compiacimento. U’ stiavuccu ti consegna un compendio di cultura mediterranea e lucana: pane cafone di “carosella” con lucanica e ciabbottina; anginetti con latte d’Asina.

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Da Contrada Cerase


Il sentiero inizia in contrada cerase in località Galdo nel Comune di Lauria (PZ) in prossimità dell’azienda “il Sagittario” dove si ammirano le eccellenze di una produzione autoctona. L’inizio del percorso è un matronèo di conifere del Torrente salice, dove un tempo dominavano i saliconi.


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Salendo sul monte Capillo

Salendo, il sentiero lascia il posto ai faggi della valle cupa con la dorsale del Capillo che fa da scudo ai raggi solari. Qui si accentua la pendenza che viene addolcita dal veicolo someggiante, il quale diventa un assedio per piccoli e grandi che fronteggiano la salita. Sul percorso di foglie dei faggi fanno capolino i primi Pini Loricati, uno dei quali colpisce perchè svezza con tre tronchi uniti da un unico ceppo.

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Ammirando i crinali lontani

Dopo la prima salita, il bosco si svela per lasciare spazio alle cime ventilate del Monte Capillo, dal quale si ammirano i crinali ondeggiati e tormentati del massiccio Spina-Zàccana. Da qui inizia un vero e proprio bosco di Pini loricati che popolano le alture con le forme più bizzarre. La funzione di questi alberi ci riporta indietro nel tempo….dai lucani ai romani fino alla civiltà agropastorale. Infatti i saggi raccontano dell’utilizzo di questo legno per le imbarcazioni romane, quando la materia prima doveva essere la migliore, per resistere all’umidità.

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Verso la cima

Questo viaggio mentale fa da apripista per la cima, una guglia calcarea a forma di spina che spicca difronte agli occhi. I sapori contenuti nel fagotto si degustano a 1652 metri a dominio di tre valli: Mercure, Noce e Sinni…con lo sguardo sul Tirreno, nella propaggine del parco più grande d’Italia, il Pollino.

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Lungo la cresta

Si scende lungo il versante nord-ovest ed inizia l’ebbrezza dei pendii caratteristici di questa meravigliosa cresta. Ci si inoltra nel bosco di faggi e pini secolari dove inizia la discesa lungo la “spina dorsale” del massiccio che si ancora a terra nelle zone rurali del comune di Lauria.
Il sentiero si addolcisce lungo la discesa formando delle anse pronunciate dove si ricavano degli angoli di ristoro. E’ il momento del dolcino, le pastarelle di miele e latte d’asina a compiacimento del nostro compagno di viaggio. Ultime curve della serpentina, 5 scalini in pietra ed inizia una strada sterrata di campagna che ci conduce in un’apertura.

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Il lago della Rotonda

Ad un tratto ci sobbalza agli occhi uno scenario inatteso: una stilla sublime caduta in un bacino calcareo a servizio dei monti circostanti, il lago della Rotonda. E’ l’ora del primo pomeriggio e i raggi tagliano trasversalmente il lago creando un prisma di colori meraviglioso. Il verde e marrone dei dintorni a chiazze tra il grigio della roccia calcarea, il prato verde che scompare sotto lo specchio d’acqua azzurro baciato dal giallo inoltrato del sole. Qui si esprime il senso vero d’ “u’ stiavuccu” che si porta a casa delle persone dove ci accolgono a porte spalancate.

Il viaggio della “piramide verde”

Ospitalità di casa

L’ospitalità è di casa e la condivisione dei fagottini con pane cafone, lucanica e ciabbotta instaura un rapporto che sembra un’amicizia datata. Il senso del nostro viaggio si esprime nell’aforisma dialettale dei signori del posto: “se u’ stivuccu va e vene, l’amicizia si mantene“ (se il fagotto ci si scambia, si mantiene l’amicizia).

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