Il castello Ruggero

C’è una leggenda al mio paese, narra di passaggi segreti, di cunicoli sotterranei situati sotto il castello utili per la fuga in caso di assedio.

Entrando a Lauria il vecchio maniero balza subito all’occhio, il castello Ruggero si erge sulla rupe dell’armo. Attraversando sartine, vicoli stretti e tortuosi, e gradinate in pietra dal paese si arriva alla rocca, qui il colpo d’occhio si allarga all’improvviso in una veduta mozzafiato della Valle del Noce. Porta il nome di un ammiraglio, un genio militare e navale, spietato e crudele che vinse tutte le battaglie alle quali partecipò.

Oggi è possibile ammirare solamente i suoi ruderi, ma un tempo era maestoso, fu costruito dai saraceni e poi ingrandito con torri laterali dai normanni. Nel corso dei secoli è passato di stirpe in stirpe, finché è stato donato al comune. Al castello era collegato, forse da un ponte levatoio, un castelletto tipo torre di avvistamento e tutto intorno vi erano le acque del torrente Caffaro.

La sua rovina è stata provocata dall’incuria, dai terremoti, dal cannoneggiamento ad opera del generale Massena nel 1806 e dal bombardamento nella seconda guerra mondiale. I vari piani sono così, man mano crollati all’interno portandosi con sé fra le macerie le testimonianze dei tempi andati, della vita di corte, degli amori segreti e delle battaglie.

Al calar della sera, le sue mura nonostante abbiano perso il vigore di un tempo, acquistano un fascino misterioso e spettrale, sembra quasi di sentire delle voci, eco dei prigionieri uccisi e delle fanciulle violate.

di Anna Nica Fittipaldi

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