Il borgo di Isabella

Il “denigrato sito sola cagion del mio tormento, la valle inferna con il fiume alpestre: il torbido Siri e i ruinati sassi, le selve incolte, le solitarie grotte”… con queste parole a tinte fosche tali da plasmare un quadro struggente fatto di solitudine, tormento, e voglia di libertà la poetessa petrarchista Isabella Morra descrive la sua Favale, odierna Valsinni.
Città in provincia di Matera, è un posto pregno di storia, ritenuto possibile sito dove sorgeva l’antica città della Magna Grecia: Lagaria fondata dal costruttore del cavallo di Troia.
Terra ricca di sorgenti, lambita dal fiume Sinni è un borgo antico i cui vicoli si snodano in file concentriche fino ad arrivare all’altero castello feudale, che fu dimora e teatro della vicenda poetica ed amorosa di Isabella.
Lei stessa descrivendo la sua vita dice di aver vissuto “rinchiusa in agreste solitudine”, sognando la libertà tanto evocata e raggiunta solamente attraverso i suoi versi. Forse proprio per questo desio di libertà si avvicinò a Diego Sandoval De Castro poeta di origini spagnole e barone di Bollita, odierna Nova Siri, acerrimo nemico della famiglia Morra che era filofrancese.
Non si sa bene se la relazione fra i due si limitò solamente ad uno scambio di versi o ci fu qualcosa in più, fatto sta che anche il solo sospetto di ciò spinse i fratelli di Isabella per motivi d’onore, ma anche per motivi politici, ad ucciderli.
Oggi, nel Parco letterario durante il periodo estivo, i visitatori in un clima suggestivo, accompagnati da menestrelli e rappresentazioni teatrali rivivono le tragiche vicende della giovane poetessa.

di Anna Nica Fittipaldi

Go top
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: