A spasso per Lauria

Tra arte e spiritualità

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A spasso per Lauria

Introduzione

Amo la mia città e amo guidare i turisti a conoscere la sua storia dell’arte nascosta nelle Chiese e nei Conventi dislocati tra Lauria Inferiore e Superiore. Alcuni siti valgono sicuramente il tempo di una sosta! Del resto, visitare questi siti è un po’ come leggere attraverso una pala d’altare, un ciclo di affreschi, una scultura lignea, una chiesa, un convento la storia della città con tutte le contaminazioni che l’hanno caratterizzata.
Seguitemi in un itinerario di esplorazione che vi porterà dal rione inferiore al rione superiore fino al castello di Ruggero di Lauria sul belvedere dell’Armo da cui potrete ammirare un paesaggio davvero suggestivo.

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Il Convento e la Chiesa dell’Immacolata

Il complesso monumentale, inizialmente era dedicato a San Bernardino, fu fondato nel lontano 1507 nel posto suggerito, secondo la leggenda, in un sogno ad un frate direttamente dal Santo. Il cambio di intitolazione avvenne nel 1881, quando ai frati succedettero le suore di San Vincenzo de Paoli.
A livello artistico la Chiesa ed il Convento, risultano molto eclettici, infatti, non abbiamo uno stile predominante. All’interno del Convento, merita un’attenzione particolare la Sala del Capitolo, in cui è custodito un ciclo di affreschi.
Esso costituisce una testimonianza della storia del movimento monastico lucano, infatti raffigurati sulle mura abbiamo i due santi francescani per eccellenza San Francesco e San Bernardino ed i nomi dei diversi conventi della Basilicata appartenenti all’Ordine dei Frati Osservanti.

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La Chiesa Madre di San Giacomo

In un primo momento la Chiesa era intitolata a San Matteo, il culto di San Giacomo è stato introdotto da una nobile appartenente alla famiglia dei Sanseverino a fine XV secolo. Di particolare pregio ed interesse artistico è il campanile risalente al Barocco, ma con un sapore “moresco” dato dal rivestimento a maioliche della cuspide.All’’interno della Chiesa merita particolare attenzione il coro ligneo intagliato realizzato da maestranze meridionali e proveniente dall’Abbazia Cistercense di Santa Maria del Sagittario (XII secolo). Sul coro sono scolpite le diverse date di costruzione: la parte più antica e preziosa è del 1554, altre del 1679, e 1689.
Oltre al coro, nell’edificio di culto sono presenti altre opere d’arte, quali sculture lignee risalenti al XVIII secolo, e dipinti di vari pittori fra cui Pasquale Iannotta e Mariano Lanziani.

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La Cappella di San Giovanni Battista

L’edificio cultuale risale al XVII sec, ciò è affermabile in quanto al suo interno vi è un baldacchino ligneo recante l’iscrizione Noli me tangere Lauree, 1610 e con lo stemma dei conti San Severino.
La cappella, recentemente restaurata nonostante le sue piccole dimensioni si è rivelata essere un vero scrigno prezioso. Infatti, al suo interno durante i lavori di restauro è stato ritrovato un affresco.
Su di esso sono raffigurati la Madonna con Bambino fra San Giovanni Battista, San Pietro Apostolo e Sant’Antonio da Padova, attribuito ad un ignoto artista, è stato datato presumibilmente tra la fine del XVI e gli inizi del XVII sec.

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Il Convento e la Chiesa di Sant’Antonio

Risalendo verso il rione superiore, il primo punto da visitare è senza dubbio il Convento dei frati Cappuccini, vera oasi di quiete e tranquillità.
Il Convento risale al XVII sec, anticamente fu sede di Noviziato e vide la presenza di personalità religiose di spicco, quali il Ven. Mons. Nicola Molinari ed il Beato Domenico Lentini.Di notevole pregio è la pala d’altare opera di Ippolito Borghese e Paolo Finoglio raffigurante l’Immacolata Concezione tra i Santi Antonio da Padova, San Carlo Borromeo, San Matteo , San Luca e l’Eterno Padre, testimonianza viva della cultura tardo cinquecentesca e barocca. Da vedere all’interno del refettorio sono due lunettoni affrescati con L’ultima cena e L’infanzia di Gesù, particolari sia a livello stilistico sia iconografico.

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La Chiesa Madre di San Nicola di Bari

La Chiesa, come si evince da un documento del 1522 è stata la prima Chiesa parrocchiale di Lauria.
All’interno è possibile osservare vari dipinti di Pasquale Iannotta e Mariano Lanziani, ma degna di nota è soprattutto la tela attribuita al famoso caravaggesco meridionale Carlo Sellitto datata fra il 1608-12 e raffigurante la Madonna degli Angeli tra San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova. Inoltre, nella Chiesa sono custoditi i resti mortali del Beato Domenico Lentini, ed è delimitata l’area della sua prima sepoltura.

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La Cappella di San Pasquale e Santa Lucia

Proseguendo l’itinerario di scoperta della città di Lauria, si continua a salire fino alla parte più interessante ed antica.
Per arrivare alla cappella di San Pasquale e Santa Lucia bisogna attraversare il Cafaro, centro storico del rione superiore che si caratterizza per la sua tortuosità e per le strade impervie. Ancora visibile durante il percorso è l’ultima delle antiche sette porte rimaste fra quelle che un tempo racchiudevano l’abitato, la Porta di Sant’Antuono.
Originariamente la cappella, realizzata prima del XVIII sec, era intitolata solamente a Santa Lucia. L’interno è a navata unica, molto semplice mentre l’esterno è caratterizzato da un piccolo campanile a vela e una maiolica devozionale con raffigurato San Pasquale datata 1856.

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Santuario della Madonna dell’Assunta

Secondo alcune ipotesi pare che Lauria sia sorta intorno al VII/VIII sec. d.C., ad opera di monaci basiliani insediatasi in una laura o cella, forse proprio dove oggi vi è il Santuario della Madonna Assunta. Esso è detto anche Madonna dell’Armo (probabile deformazione tardo medievale di eremo).
Non esiste però una datazione precisa circa la costruzione dell’originaria Chiesa, i primi documenti sul luogo di culto riportano come data il 1614.
All’interno, sull’altare maggiore di stile barocco, vi è una nicchia votiva contenente una statua lignea della Vergine con il Bambino risalente al XIV secolo.

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Belvedere dell’Armo

Il nostro viaggio alla scoperta della spiritualità attraverso i due rioni di Lauria non può che culminare con una sosta ad un punto panoramico eccezionale, quello del belvedere dell’Armo. Da qui è possibile osservare da diverse angolazioni sia il rione superiore sia quello inferiore, fino al ponte dell’antica ferrovia. L’itinerario della spiritualità si conclude qui perchè è un posto in cui arte, paesaggio e spiritualità si fondono in un silenzio ed in una quiete unici.

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Itinerario a cura di Anna Nica Fittipaldi

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